La nostra Storia

La Storia Completa

A cura di N. Pampado

Mi piacerebbe che queste poche righe le potesse scrivere uno che quel giorno del primo servizio della banda era là, presso il Collegio San Carlo di Milano, a vedere quel sobbalzo del piccolo Cardinal Schuster.
Il primo debutto esterno della "Santa Cecilia" infatti, fu al Convegno provinciale delle ACLI nel 1948, tenutosi proprio al Collegio S. Carlo di Milano. Quando il Cardinal Schuster, di veneranda memoria, fece il suo ingresso nel cortile del Collegio, la nostra banda attaccò bruscamente, con rumoroso entusiasmo, la sua marcia.
Il Cardinale, colto di sorpresa, dall'improvviso colpo di piatti del "Micio" e dalla mazzata sulla gran cassa, del Paolino Restelli, ebbe un sobbalzo di spavento. Poi sorrise, si compiacque, benedisse e incoraggiò.
Ecco, per esempio, il Mario Gandelli, lui avrebbe potuto scrivere qualcosa di quell'avvenimento. Si proprio lui che nelle processioni faceva il capo-banda e che maneggiava il suo clarinetto sia come strumento che come "bacchetta" per scandire il tempo. Lui ci doveva essere in quel lontano '48.
Certo, assieme a lui, ci doveva essere anche il Gianni Campi e il Cazzaniga, il Felice Picozzi e il Nicoli Antonio detto "Micio" - quello che pestava i piatti curando i movimenti del batacchio della gran cassa del Paolino Restelli -. Poi ci doveva essere anche l'Erminio Monti col suo tamburello e tanti altri che adesso non ci sono più.
Ma chissà se c'erano anche loro: il Felice e l'Ernesto... Si, il Felice Tagliabue e l'Ernesto Solcia. I componenti della banda più semplici di tutti, perchè facevano sì parte della banda, ma non suonava nessun strumento. Loro umilmente, ma con tanto orgoglio portavano solo il gonfalone della banda. Chissà quante cose da raccontarci avrebbe avuto il Felice e l'Ernesto, se oggi fossero ancora qui con noi. C'erano sempre, loro, non mancavano mai. Per il Felice poi, era facile esserci sempre: abitava proprio sopra alla scuola di musica nel cortile del "Circulin" in via Garibaldi.
E alla storia di quel "Circulin" è strettamente legata la rinascita della banda. Dico "rinascita" perché - come detto - sarebbe un errore credere che prima del '48 non esistesse una banda musicale a Novate Milanese. La storia è maestra della vita. Ma per essere tale deve provenire necessariamente dalle memorie di coloro che l'hanno vissuta in prima persona. Ecco perché il mio racconto non parte da una ricerca ex-novo ma attinge dalle parole di Carlo Demetrio Faroldi, così come si esprimeva nel 1966.
"Quando si celebrano avvenimenti fatti di pietre, di cuori, di volontà, viene spontaneo un sentimento di riconoscenza e di gratitudine, così come urge alla mente il desiderio di risalire alle origini, di ogni cosa conosciuta.
E allora riportiamoci indietro per oltre cinquant'anni (nel 1916, n.d.r.).
Incominciamo con la figura di Don Arturo Piazza (assistente del parroco don Francesco Bianchi a Novate dal 1893 al 1927) che promosse, in tempi lontani e difficili, il primo "Circulin" dei cattolici novatesi e troveremo che qui incomincia la storia. Si, fu proprio Don Arturo Piazza, memorabile educatore di giovani, ad aprire i battenti di un minuscolo ambiente che divenne il cuore pulsante di tutte le iniziative dei cattolici novatesi. Al "Circulin" ci si trovava a bere un buon bicchiere di vino non battezzato che il signor Ausano Bianchi - allora gerente - somministrava gioiosamente ai clienti di quel tempo, che pare, amassero parecchio lo "spirito di-vino".
E fu proprio all'ombra dello stesso "Circulin" che don Arturo, assieme ad altre meritevoli iniziative, diede vita al primo corpo musicale cittadino, che allora si chiamava proprio "Santa Cecilia" (1920).
Gli strumenti divennero un tutt'uno col Paese e per qualche tempo si ebbe a Novate una sola banda e tanti suonatori, giovani e meno giovani. Erano allora presidenti e consiglieri, del "Circulin": Gaetano Boniardi, Giuseppe Carcano, Strada Baldassare, Enrico Vaghi e altri. Nacquero così, la banda, il Partito Popolare Italiano, L'avanguardia Cattolica - i cui giovani conobbero e vissero lotte audaci e difficili -. Nel vecchio ed oramai scomparso "Circulin" di via Garibaldi, ebbero sede ed operosa ospitalità tutte queste iniziative. Tempi lontani, da non dimenticare.
Ma poi venne il fascismo a cui finì col dare fastidio l'intensa vitalità del "Circulin" centro di vita, - dopo la chiesa e l'oratorio -, dell'operosità dei cattolici. Avvenne così che il "Circulin", e tutte le sue attività connesse, verso il 1927-28, subì la fine di tante altre organizzazioni e fu costretto a chiudere i battenti assieme a quella prima banda musicale i cui strumenti si dileguarono assieme ai suoi componenti.
Nel 1940, dopo la guerra d'Africa, ci fu chi pensò di restaurare l'ambiente del "Circulin", a cui venne dato il nome di "Dopolavoro Impero", per offrire ai cattolici la possibilità di incontrarsi e vivere con coerenza le proprie aspirazioni e prepararsi alle future sfide. Fu primo gerente del rinato "Circulin", con spirito di apostolato, il compianto Osvaldo Boniardi. Nel 1945 si gettarono le prime basi di questo nuovo organismo che doveva dargli un fondamento giuridico, affidato prima a forme sporadiche di gestione. Al nuovo ambiente viene dato il nome di "Circolo del Lavoratore" ed in esso sarebbero rinate tutte le attività, fra cui anche il nuovo corpo musicale.
Dopo la liberazione ci volle un po' di tempo per rimettere insieme i nuovi musicanti, dopo che quasi tutti gli strumenti, della precedente banda del 1920, erano stati riesumati. Finalmente , in quell'anno rinacque dunque il nuovo "Corpo Musicale Cittadino", di cui venne nominato presidente il munifico e benemerito ing. Angelo Testori. Ma quella di Angelo Testori fu una presidenza breve.
Gli strumenti divennero un tutt'uno col Paese e per qualche tempo si ebbe a Novate una sola banda cittadina e tante nuove leve di giovani musicanti.
Ma poi, l'irruenza e la contrapposizione politica ebbe il predominio e così gli strumenti musicali furono incamerati da una fazione di musicanti che assunse toni marcatamente "rossi". La scissione fu inevitabile. Di qui l'idea, nel 1947, di dare vita - in alternativa - ad una banda "bianca".
Si dovette partire da zero e l'idea si concretizzò il 22 novembre del 1948.
Don Giovanni Arrigoni, il rag. Vincenzo Torriani, Carlo Demetrio Faroldi e il cav. Uboldi Felice si recarono a Traversagna, dove si sapeva che in una certa soffitta, quel buon sacerdote aveva alcuni strumenti inutilizzati.
Circolava, in quei tempi a Novate, un garbato signore meridionale amante della musica. Costui di mestiere faceva la "guardia notturna comunale" (una figura oramai sparita) e girava sempre in bicicletta con un cagnolino, bianco pezzato di nero, - che lo seguiva trotterellando di sbieco.
L'insospettabile signor Giuseppe Passera (1915- 1962), - che era anche un raffinato compositore, nonché abile suonatore di diversi strumenti musicali -, fu il primo maestro della nuova banda Santa Cecilia. Dopo un anno lasciò l'incarico di maestro di banda per dedicarsi all'insegnamento dei giovani e mantenne questo suo impegno fino alle fine dei suoi giorni. Poi gli succedettero il maestro. Carlo Sanvito, Giuseppe Molteni (1952-1954), Carlo Preatoni e il commendator Lino Tornagli (1955-1957). Poi subentrarono Carmelo Battaglia, Raffaele D'Avanzo, Fedele Bertoletti e Gianfranco Nesti, fino all'odierno maestro Franco Cartanese che dirige la banda dal 1991.
Detto, fatto: quello che fu il sogno di una memorabile assemblea di cittadini, divenne una realtà. La banda nacque all'insegna delle ACLI provinciali e, dopo una brevissima presidenza di Angelo Testori, ne fu presidente Vincenzo Torriani, poi i compianti Ambrogio Bianchi, Valentino Ballabio e Carlo Demetrio Faroldi. Sono seguite infine le presidenze di Giuseppe Molgora e quella attuale di Benvenuto Gibertini.
Sentiamo qui il bisogno di ricordare il nome di alcuni dei fondatori che si recarono il 28 giugno 1946 a Milano presso lo studio notarile Giuseppe Samarelli di via Broletto 20 per redigere l'atto costituzionale ufficiale del "Circulin" che assunse, dinnanzi alla legge, la denominazione di "Circolo Cooperativo del Lavoratore Novatese s.r.l.", ma che rimarrà per sempre, nel cuore di tutti "El Circulin".
Vittorio Pogliani (presidente) , Carlo Zanelli, Luigi Rossi, Ferdinando Villa, Arturo Scotti, Piero Cazzaniga, Pietro Camurali furono i primi Consiglieri firmatari di quell'atto. L'ing. Angelo Testori e il comm. Carlo Demetrio Faroldi costituivano il Collegio Sindacale. A questi nomi si aggiunge il ricordo e l'immagine di Carlo Ciocchini, Benigno Meroni, Pietro Boniardi, Ambrogio Bianchi (terzo presidente della rinata banda), e il primo - indimenticabile e paziente segretario - Luigi Mazzola.
Ad essi si aggiunge inoltre l'indimenticato reverendo parroco Don Arturo Galbiati (a Novate dal 31 luglio 1927 e morto nel 1960 ) il quale con il vivacissimo primo assistente della rinata cooperativa, don Giovanni Arrigoni - poi nominato parroco a Castellanza - diedero appoggio, benedizione ed incoraggiamento al nuovo Circolo e alla rinata banda musicale nuovamente intitolata a "Santa Cecilia".
Qui entra in scena un benemerito signore, il compianto Mario Santambrogio a cui la cooperativa ACLI deve molto.
Le idee non bastano anche se sono il loro pilone d'ormeggio. Bisogna calarle nella realtà. E fu proprio grazie alla generosità del signor Santambrogio Mario, detto "il granaglia" per quel suo tal negozio in fondo a via Madonnina , che si poté realizzare anche il primo spaccio cooperativo" che non poco contribuì a creare i successivi spacci alimentari e le necessarie sinergie per sostenere anche la neonata banda".
Ecco dunque come le origini e le vicende della rinata banda Santa Cecilia sono strettamente correlate alla storia del "Circulin", assiduamente frequentato anche del nostro porta-stendardo Tagliabue Felice. Dunque, sicuramente, ci sarà stato anche lui, in quel primo servizio all'istituto San Carlo. E certamente dev'essere stato proprio lui a notare "el stremissi" (spavento) del cardinale e raccontarlo poi a tutti gli altri. Si perché, mentre gli altri dovevano tenere gli occhi ben puntati su quegli sgorbietti neri di note tenute insieme da una molletta, che fungeva da leggio, il Felice aveva tutto il tempo che voleva per guardarsi intorno: lui doveva solo tenere ben dritta l'asta che reggeva alto lo stendardo della nuova "banda Santa Cecilia".
Ed ecco che allora oggi li vogliamo vedere ancora tutti in fila, quelli che hanno marciato nel Corpo Musicale Santa Cecilia e che oggi non sono più con noi. Tutti marciano con passo sincrono, e con la loro bella divisa estiva bianca, dietro al Gandelli e dietro al Felice che tiene alto lo stendardo nuovo e si guarda sempre in giro come allora.

Card. A. Ildefonso Schuster
arcivescovo di Milano.

1948. Alle spalle del Card. Schuster è riconoscibile Carlo Demetrio Faroldi.
Alla destra del cardinale, l'ing. Angelo Testori.